Categoria: Villa
Denominazione: Villa dello Zerbino
Denominazine originale: Villa Balbi allo Zerbino
Ubicazione
Circoscrizione: Castelletto
Indirizzo: Passo dello Zerbino, 1
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Notizie storiche
Secolo: XVI
Data: 1599 - 1603
Uso storico: Residenza estiva
Attività/Uso attuale: Luogo di ricevimenti e manifestazioni culturali
Il nome originario della villa in oggetto è Villa Balbi allo Zerbino. Essa nasce ad opera di Stefano Balbi, ambasciatore a Milano, e Giovanni Battista Balbi tra il 1599 e il 1603. Essa si trova sulla collina Montesano, oggi all’interno del quartiere di Castelletto, mentre all’epoca al di fuori delle mura in un rilievo erboso in aperta campagna. Infatti la villa con il suo giardino occupa una grande quantità di spazio attorno al quale nell’ Ottocento sono state costruite le strade che oggi compongono parte del quartiere di Castelletto. Nata per mano dei Balbi, la villa passò nel Settecento a Marcello III Durazzo, poi alla famiglia Gropallo, per arrivare infine agli attuali proprietari, la famiglia Castelbarco. All’epoca dei Durazzo il giardino è stato ampliato con la costruzione di una zona a scalini nella quale furono inserite le serre e la grotta artificiale, ancora oggi esistenti. Villa lo Zerbino fu spazio per sontuose feste, dimora per accoglienze di personaggi illustri, luogo di mecenatismo e protagonismo culturale. Dopo essere stata per molto tempo dimora residenziale, oggi la villa ha l’ambizioso obbiettivo di ricreare quello stesso fermento di eventi, attività e occasioni di aggregazione imprenditoriale di cui fu protagonista l’élite genovese del XVI secolo. Oggi infatti gli attuali proprietari della villa permettono che in essa vengano organizzati incontri di affari, riunioni di lavoro, convegni, conferenze, workshop, matrimoni, feste, ricorrenze, serate di gala ed eventi a tema. L’ambiente interno ha mantenuto la conformazione originaria: il salone principale al piano inferiore e il corrispettivo al piano superiore, rimangono infatti i principali luoghi di questa dimora. La villa è una delle meglio conservate del centro di Genova. Oggi si trova inglobata dallo sviluppo del quartiere che è cresciuto nell’Ottocento intorno ad essa. Tra questo e la villa si colloca il giardino, di circa 5950 mq.
Si può accedere al complesso della villa tramite un unico ingresso che si trova in Passo dello Zerbino, prospiciente Piazza Manin e Via Assarotti. Una serie di alte mura racchiude su tre lati la dimora proteggendola così dalla città; infatti il quartiere circostante non ha un diretto contatto con essa.
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Descrizione
L’architettura della villa presenta tre principali caratteristiche: il volume, la tripartizione delle facciate, il tetto a spioventi e la distribuzione interna imperniata sui vani centrali. I due piani sui quali si sviluppa sono ripartiti internamente in modo uguale. Al piano terra si accede tramite un ampio ingresso che permette sia l’ingresso al salone principale che al piano superiore. Alla sua sinistra infatti si snoda lo scalone principale, fulcro delle ville del Cinquecento; sul lato destro dell’ingresso troviamo invece le scale riservate alla servitù. La distribuzione interna risulta simmetrica; sui due lati infatti, sia alla destra che alla sinistra del salone principale, vi sono due sale, due per lato, perfettamente identiche. La seconda “entrata” della villa è attraverso la porta finestra del salone che permette a quest’ultimo di godere di una vasta visuale del giardino. Infine al piano terreno troviamo “il bagno della Principessa” che ha conservato sia la sua ubicazione originaria, come gli altri vani della villa, che le caratteristiche di un bagno d’epoca. Esso infatti risulta composto da un ampio antibagno arredato con divani e toilette ed un piccolo servizio igienico con un solo wc. Al piano superiore ritroviamo la stessa ripartizione delle stanze. Anche qui infatti vi è un ampio e luminoso salone centrale con finestre, sul lato sud, che si affacciano su un lungo balcone prospiciente il giardino, e relative sale laterali collegate tra loro. Sulla sinistra una piccola scala conduce ai servizi igienici moderni realizzati in epoca successiva. La villa più che dal punto di vista architettonico, assume notevolissimo significato per le decorazioni degli interni e per la vastità e bellezza del suo parco. L’interno infatti è ricco di affreschi seicenteschi e di decorazioni neoclassiche ancora oggi perfettamente conservate, che ne fanno uno degli esempi più ricchi di villa genovese. Gli affreschi del piano nobile (il primo piano) sono di Gregorio De Ferrari e di Domenico Piola datati intorno al 1684. Nel salone centrale l’affresco più notevole è “Il tempo e le allegorie delle stagioni”, di Gregorio De Ferrari, ricco di luminosità. Vicino a questi, troviamo poi quelli di Domenico Piola, che operò nella attigua “sala delle rovine” dove realizzò “Il giudizio di Paride”. Tutto il piano terreno presenta un marcato gusto Neoclassico; in questa parte della villa lavorò il Tagliafichi.
- IL GIARDINO
Il giardino di Villa lo Zerbino è assai notevole, esso infatti è meglio definibile come parco per le sue dimensioni e per le sue piante che sono di numerose varietà pregiate e di alto interesse botanico. All’inizio del secolo XIX i Durazzo affidarono ad Andrea Tagliafichi la sistemazione del parco. Dal parterre, dove vi era una grande vasca che oggi è una piscina, con un gioco di scale si scende sul davanti via via su giardini inferiori, tenuti pianeggianti. Questi ultimi sono animati da statue e adornati al centro da fontane di forma circolare. Lateralmente rispetto all’edificio, da una scala sotterranea, si accede ad una grotta, rustica e romantica rivestita interamente di conchiglie, e ad una zona boscosa con bei viali. L’impianto del giardino cinquecentesco si può definire geometrico ed assiale. Va inoltre notato che esso presenta cenni dell’architettura paesaggistica di stampo anglosassone all’ingresso e elementi di giardino “alla francese”. Primo fra tutti gli elementi è sicuramente la lunga vasca d’acqua nella quale la facciata della villa si riflette. Nel gradino più basso del parco troviamo l’orto e una splendida vista su Genova. La vegetazione alta quindi anche se “protegge” dall’esterno permette ai visitatori di godere anche del panorama circostante della città.
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Immagini
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Bibliografia
E. de Negri (a cura di), "Il catalogo delle ville genovesi", Genova, Italia nostra, 1981.
AA. VV., "Le ville del genovesato", Genova, Valenti editore, 1987.